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Paniccia


Nella piazza del paese, l'ultima domenica di Carnevale, viene preparata una gustosissima Zuppa di verdure a cui viene aggiunta trippa e salamini. Questo ricco minestrone prende il nome di paniccia e ha ormai una storia più che sessantenaria (il sessantesimo decorreva nel 2006).

La prima paniccia a Fobello è stata preparata nel 1946, quindi nel periodo successivo alla fine della seconda guerra mondiale.

La voglia di amiciza e di lasciarsi alle spalle questo terribile conflitto, che aveva segnato Fobello nell'animo, ha fatto si che i Fobellesi si prodigassero in una "colletta alimentare" e preparassero con quanto ricavato un minestrone da distribuire poi alla popolazione o da gustare in compagnia al suono delle fisarnoniche.

Oggi c'è un comitato di persone volenterose che non solo si occupa di preparare la paniccia e di distribuirla alla gente, ma anche di preparare delle sontuose tavolate in cui si può gustare, oltre alla Paniccia e ai salamini, una ricca serie di piatti rigorosamente "ipercalorici".                

Durante i festeggiamenti viene venduta e letta in pubblico la Canzone di Carnevale, una sorta di poema in rima nella quella si narrano in modo scherzoso i fatti salienti e buffi dell'anno.

Finire sulla "Cansun dal Carlavèe" significa per i Fobellini essere oggetto di scherno per qualche sciocchezza che si è fatta.

La notte prima del mercoledì delle Ceneri, gruppi mascherati vanno di frazione in frazione armati di campanacci, latte vuote e tutto ciò che può essere utile a fare rumore a disturbare il sonno degli abitanti; questa usanza in dialetto locale è chiamata "sunè i rait". I Rait (i topi) seguono il rumore dei suonatori come nella fiaba del pifferaio magico.

La frazione che allo scoccare della mezzanotte ospita suo malgrado i suonatori per un anno intero sarà mira dei rait e quindi della malasorte.

PANICCIA

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